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L’Europa vede la nascita dei primi orologi meccanici nel XIII secolo: ne parla anche Dante Alighieri.

Fino ad allora la rilevazione del tempo si limitava all’uso di meridiane e successivamente a clessidre e orologi ad acqua.

Attorno al 1450, grazie all’introduzione del dispositivo a molla, gli orologi diventano oggetto d’arredamento e successivamente da tasca.

Nel 1583 Galileo intuisce la legge dell’isocronismo del pendolo che sarà il principio base per la misurazione del tempo.

Nel XVI secolo, la rinascita del commercio e della produzione artigianale, conferma l’esigenza di una migliore organizzazione del tempo: si cominciano ad usare gli orologi "portatili" e "da tasca".

La necessità di disporre di un orologio portatile e personale apporta ulteriori miglioramenti: vengono applicati il bilanciere e la ruota di scappamento, che oltre a perfezionare la misurazione ne riducono le dimensioni.

È proprio Napoleone che commissiona a Breguet un gioiello per la sorella Caroline Murat.

In realtà si tratta di un orologio da polso che fino ad allora veniva considerato un oggetto tipicamente femminile, un braccialetto impreziosito da un particolare "ornamento meccanico".

Non a caso Napoleone si rivolge ad Abraham-Louis Breguet. L’orologeria intesa in senso moderno nasce grazie ai suoi studi: le sue invenzioni e i suoi progetti diventano patrimonio dell’orologeria.

Per assistere ad un’ampia diffusione dell'uso dell’orologio da polso, bisogna attendere l’inizio del 1900.

Durante la prima guerra mondiale i soldati hanno bisogno di uno strumento preciso, pratico e facile da consultare.

Anche tra la gente comune l’orologio diventa un oggetto di uso corrente e la sua produzione aumenta: l’attività artigianale viene affiancata da una imponente attività industriale e la Svizzera ne diventa la capitale rappresentativa per eccellenza.

Le ditte costruttrici raffinano i meccanismi fino a renderli più precisi.

Le più importanti brevettano progetti che ne migliorano le funzionalità e l’estetica, anche se nessuna può vantarne l’invenzione che rimane di attribuzione e datazione incerta.

Il fermento produttivo è in rapido e progressivo aumento: la costruzione di un orologio non è solo l’assemblaggio di minuteria meccanica; è soprattutto la fusione di grande abilità artigianale, tecnica e ingenieristica.

Oggi tutti disponiamo di un orologio: siamo schiavi del tempo.

Ma spesso quando guardiamo l’orologio, paradossalmente tralasciamo di guardare che ora è e osserviamo altri particolari.

Perché un orologio non è solo uno strumento di rilevazione: per molti rappresenta uno status sociale, per altri un gioiello di alta eleganza, per alcuni poi è l’oggetto del desiderio: possedere un esemplare di altissima precisione e a tiratura limitata vuole dire godere di un piccolo miracolo dell’ingegno umano.

Dante Alighieri

Dante, come si legge nella Divina Commedia nel Canto X del Paradiso «... Indi, come orologio ... che l’una parte e l’altra tira e urge, / tin tin sonando con sì dolce nota ...» e nel Canto XXIV «... E come cerchi in tempra d’oriuoli / si giran sì, che ’l primo a chi pon mente / quïeto pare, e l’ultimo che voli ...», descrive perfettamente il meccanismo delle ruote dentate degli orologi.

Galileo Galilei

Secondo la tradizione, Galileo intuì la legge dell’isocronismo del pendolo nella Cattedrale di Pisa.
In particolare, dalla osservazione del moto di una lampada notò che la durata della sua oscillazione era sempre uguale indipendentemente dalla sua ampiezza.
Solo nel 1641, Galileo, ormai vecchio e stanco, propose di estendere lo studio dell’isocronismo al meccanismo regolatore dell’orologio.

Abraham-Luois Breguet

Nato a Neuchâtel in Svizzera nel 1747, Abraham-Louis Breguet raggiunge una fama personale unica nella storia dell’orologeria, grazie alle numerose innovazioni apportate alla funzionalità degli strumenti del tempo. Ecco qualche esempio. Il brevetto, depositato nel 1801, del regolatore di marcia (l’ormai famoso tourbillon), l’ideazione del calendario perpetuo, un particolare tipo di spirale che porta il suo nome e il perfezionamento della ricarica automatica. Non mancano innovazioni anche in campo estetico: famose sono le lancette e la numerazione Breguet. Muore a Parigi nel 1823 all’età di 76 anni.

Principali fabbriche di orologi in Svizzera

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